Storia
La Parrocchia di “Sant’Antonio da Padova” in Matera, una storia di amore, fede, devozione, grazia e segni della Provvidenza.
Il 1° gennaio 1960 mons. Giacomo Palombella eresse ed affidò ai Padri Rogazionisti la Parrocchia “Sant’Antonio da Padova”, accanto al Villaggio del Fanciullo, donandola ai fedeli provenienti dallo smembramento della parrocchia di San Rocco e dal Rione dei Sassi. La posa della prima pietra risale al 10 giugno 1962, con la benedizione dello stesso arcivescovo, alla presenza del prefetto di Matera, dei parroci della città, delle massime autorità civili e militari comunali e provinciali, degli istituti religiosi e delle organizzazioni cattoliche, di una folta schiera del popolo di Dio, della banda dei ragazzi del Villaggio del Fanciullo e della Comunità religiosa dei Rogazionisti. L’edificio sacro fu costruito nei mesi successivi per mano del Genio Civile di Matera attraverso l’opera dell’Impresa Belgrano.
La documentazione storica rogazionista lo definisce “un bellissimo e moderno santuario dedicato a S. Antonio di Padova, presso il Villaggio del Fanciullo” … che doveva essere “la parrocchia del fiorente Rione Lanera”. La consacrazione della chiesa avvenne lunedì 3 giugno 1963, primo atto della preparazione immediata alla festa di S. Antonio di Padova nella ricorrenza del VII centenario dell’esumazione del corpo del santo Taumaturgo, ed inserita in un fitto programma di manifestazioni messo a punto dal superiore del tempo, P. Michele Ferlisi. Quella prima celebrazione eucaristica alla presenza del popolo del Rione Lanera e di molte autorità civili e religiose, risultò “uno spettacolo che riempie di gioia tutti”.
La domenica successiva, 9 giugno, nel corso della novena a S. Antonio, il predicatore, mons. Aldo Forzoni, vescovo di Teggiano, procedeva alla benedizione delle campane. La conclusione delle manifestazioni veniva sancita dalla riuscitissima festa di S. Antonio celebrata la domenica 16 giugno, con la processione del simulacro per le strade della Città. «Non si esagera – commenta entusiasta l’anonimo citato cronista – se si afferma che tutta la popolazione di Matera si sia riversata nel pomeriggio nel Rione Lanera e sia passata nella nostra chiesa per breve preghiera».
Da allora, in questo lembo di alture della Città dei Sassi, ad opera dei Rogazionisti e di numerosi laici giovani ed adulti, si è sviluppato un intenso e qualificato apostolato pastorale e parrocchiale che ha camminato sempre di pari passo con altrettanto servizio caritativo e socio-educativo reso dal Villaggio del Fanciullo Sant’Antonio a beneficio di ragazzi provenienti dall’entroterra lucano con particolari situazioni di vita e col diritto allo studio. La parrocchia non è popolosa numericamente, ma vivace ed attraente per le molteplici iniziative spirituali, formative e carismatiche, ad opera dei confratelli parroci susseguitisi, a cominciare da P. Michele Ferlisi, P. Salvatore Sottile che ha lasciato un’orma indelebile nel cuore della gente per la sua bontà e semplicità, P. Giuseppe De Vito, P. Giuseppe Sergio, P. Mimmo Dabrescia, P. Angelo Laddaga che ha guidato questa comunità sino al 2018. L’elemento che caratterizza la sua identità ed azione oltre il servizio di pastorale – vocazionale, è il culto e la devozione al santo taumaturgo padovano che continua ad attirare l’intera popolazione materana e dei dintorni non solo in occasione della festa a giugno.
L’aula liturgica aperta giornalmente, è meta continua di devoti giovani ed adulti che sostano in preghiera. In questi ultimi anni, particolarmente a seguito della canonizzazione, accanto a Sant’Antonio, si è ulteriormente sviluppato il culto a Sant’Annibale Maria Di Francia, apostolo della preghiera per le vocazioni e padre degli orfani e dei poveri.